giovedì 15 luglio 2010

"ero straniero, e mi avete accolto"


Ho finito di leggere proprio ieri il libro di Enzo Bianchi "Per un'etica condivisa", un piccolo volume che dovrebbe, per me, entrare nelle letture obbligatorie di chiunque si affacci alla vita politica, cattolico o meno.
Bianchi è una di quelle persone che mi fanno sentire finalmente orgogliosa di essere cristiana, sentimento che spesso si perde in mezzo a tanto fango presente anche nella chiesa.
Riporto qui un passaggio che mi è piaciuto particolarmente, e che consiglierei a tutti i nostri cari amici dal fazzoletto verde e politicanti di bassa lega (che gioco di parole , tra l'altro!), che identificano l'essere cristiani con una questione puramente esteriore e, come al solito, come un "simbolo distintivo" da tutelare per ciò che rappresenta e non per ciò che è veramente.

“il permanere di questo patrimonio di idee e di ideali che hanno saputo tradursi in azioni concrete e quotidiane, la solidità di queste “radici” che hanno alimentato piante rigogliose capaci di dare frutti mi paiono stridere tragicamente con sentimenti, ragionamenti, disposizioni amministrative o legislative che presentano un quadro palesemente in contrasto con un’identità cristiana proclamata verbalmente. Si assiste giorno dopo giorno ad una progressiva criminalizzazione del diverso, dello straniero, del povero e del debole:impronte digitali prese a bambini di un’etnia minoritaria, classi speciali che ostacolano quell’integrazione che dicono di voler promuovere, schedatura di chi vive senza fissa dimora, allontanamento dei mendicanti dai luoghi dove la loro vista turberebbe chi non li degna nemmeno di uno sguardo, ronde private non necessariamente disarmate, introduzione del reato di “presenza” in Italia, messa in discussione della gratuità e universalità delle cure di pronto soccorso… […]
E l’odio, questo nefasto sentimento che sta accovacciato nel cuore dell’uomo e che un tempo assumeva connotazioni di classe focalizzandosi contro i ricchi, i potenti, gli oppressori, ora è rivolto verso quelli che sono semplicemente “altri” e che non si vogliono più vedere accanto a noi. […]
Quali valori troviamo oggi nel vissuto concreto e nella progettualità politica che possano essere ascritti alle “radici cristiane” di cui a ragione riteniamo di poterci gloriare? […]
E’ miope la visione di chi crede di risolvere i problemi dandogli il nome di reato, è falsante l’opzione che trasforma il diverso in criminale, è distorta e controproducente l’identificazione dell’immigrato con l’invasore, del povero con il disturbatore della quiete, dell’emarginato con il sovversivo.
No, abbiamo bisogno di un soprassalto di dignità umana prima ancora che cristiana, abbiamo urgente necessità di ritrovare in noi e attorno a noi il rispetto per la dignità di ogni essere umano, abbiamo un’esigenza vitale di riscoprire come il bisognoso è uno stimolo e non un intralcio a una società più giusta. Se continuiamo a confondere la sicurezza con l’esclusione di ogni diversità, se continuiamo a nutrire le nostre paure invece che affrontarle, se crediamo di poter uscire dalle difficoltà non assieme ma contro gli altri, in particolare i più deboli, ci prepariamo per un futuro di cupa barbarie, ci incamminiamo in un vicolo cieco in cui l’uomo sarà sempre più lupo all’uomo.”


Questi pensieri non sono rivoluzionari nè eversivi, e dovrebbero essere sulla bocca non di uno, ma di tutti i cristiani che si professano tali (per non dire di ogni Uomo che si professa tale..)

Sono stufa di sentirmi dire che un cristiano può essere leghista, perchè la Lega difende la religione.

NON E' VERO!

Quello che la lega difende è il lato più "basso" e superstizioso della religione, quello fatto da simboli e idolatrie che, tra l'altro, fino a poco fa i nostri carissimi amici amavano sostituire con riti pagani quali il "battesimo nel Po" (ottimo modo per salvaguardare la religione..)

Se c'è una cosa che mi piace del Vangelo è che non ha doppie possibilità di interpretazione, non concede sfumature o liberi vagheggi. Quello che viene dato ai cristiani è un messaggio radicale, difficilissimo da seguire ma impossibile da fraintendere.
Parole come "porgi l'altra guancia", "AMA il tuo nemico", "accogli lo straniero" non si prestano a doppie interpretazioni, sono imperativi che non lasciano margine di errore.

Per questo mi fa così arrabbiare vedere i leghisti farsi paladini della religione: pechè sono come quei mercanti nel tempio che Gesù cacciò a calci e urla, perchè vendono un "cristianesimo di facciata" fatto di simboli vuoti, che non solo non segue, ma va assolutamente contro al messaggio di amore totale del Vangelo.
Una religione basata sull'ignoranza e sull'idolatria, esattamente come quell'Islam fondamentalista e distorto contro cui si scagliano ogni giorno.


Un cristiano vero non dovrebbe preoccuparsi di vedere un crocifisso in ogni stanza in cui entra, ma piuttosto cercare Gesù in ogni persona che gli si presenta davanti, soprattutto in chi è diverso da lui.

E questo la Lega non lo fa. E' così difficile arrivare a questa conclusione?

Per molti "cristiani" pare di sì, purtroppo.

mercoledì 7 luglio 2010

IL GERME PIU' PERICOLOSO E' QUELLO DEL RAZZISMO


Da pochi giorni è stato presentato alla cittadinanza bresciana “Ufo”, un guanto monouso (di inaudita bruttezza, tra le altre cose) da indossare sull’autobus per proteggersi da eventuali germi.
Un entusiasta assessore Orto ha illustrato l’idea come un’innovazione assoluta, che permette di rimanere “incontaminati” e che “oltre a essere un veicolo pubblicitario, sarà la potenziale piattaforma informativa delle 14 amministrazioni locali toccate dai bus per comunicare i loro messaggi istituzionali”
L’elemento che attira l’attenzione in tutta questa euforia è però un altro: il guanto sarà sperimentato sulla linea 3, quella che collega Rezzato alla Mandolossa passando per via Milano, ovvero una delle più utilizzate da cittadini immigrati ed extracomunitari.

Scelta casuale?

Si scorge in questa iniziativa un nuovo, piccolo passo verso quel clima di razzismo strisciante che nella nostra città sta sempre più prendendo piede.
Il guanto non è solo completamente inutile alla profilassi,essendo ben noto che le malattie contagiose si trasmettono molto più per via aerea che non per contatto, ma è anche un fastidioso simbolo di quella barriera sempre meno invisibile che si vuole mettere tra “noi”, i giusti e puliti, e “loro”, i diversi e sporchi.
Quel sottile strato di lattice rappresenta molto più di un semplice mezzo di protezione, è l’incarnazione di una corrente di pensiero che ci vorrebbe sempre più isolati e “sterilizzati”, come dei polli in batteria, un’ideologia che vede nel muro, nella barriera l’unico modo per rapportarsi con il diverso, visto esclusivamente in termini negativi.

Mi viene da fare però anche un’altra riflessione, un po’ più ampia, sul concetto di “sterilità”, che può in qualche modo essere ricondotto a quella parola, sicurezza, ormai vomitata da ogni televisione e da tutte le pagine dei giornali.

Da sempre ci è stato detto di lavarci le mani prima di metterci a tavola. Le mani, infatti, sono il nostro principale mezzo di contatto con il mondo: ci permettono di toccare, di ricevere stimoli, di accarezzare.. le mani sono le nostre antenne, e proprio per questo non sono mai sterili, mai asettiche.
Indossare un guanto per paura di “ammalarsi” è come osservare un panorama attraverso delle lenti opache. Si perde il gusto delle cose.
Mi fa tristezza pensare ad una società futura fatta di piccoli automi tristi, chiusi nella LORO macchina, isolati nella LORO musica, protetti da strati di cellophane sterilizzato.. è questa la direzione che stiamo prendendo.
Io non ci sto a diventare un perfetto manichino solo e pulito.
Voglio poter toccare la terra, e gli alberi, e l’acqua, voglio stringere mani senza guanti, voglio sfiorare volti, voglio abbracciare senza barriere..

Io voglio sporcarmi le mani con il mondo!

E sì, lo prometto, prima di mangiare me le laverò sempre.