Bellissima serata, ieri, con Pippo Civati alla festa Democratica (escludendo la prestazione della nostra Nazionale al suo esordio mondiale, ovviamente).
E' stato quasi incredibile ascoltare un esponente del mio partito e trovarmi completamente d'accordo con lui (e questa situazione paradossale la dice lunga sulle condizioni della rappresentanza nel PD!).. credo sia stata una sensazione provata anche da molti altri presenti ieri sera.
Parlando con degli amici dopo l'incontro una domanda ha fatto capolino: " ma come può uno come lui resistere dentro al PD?"
Eccolo, il paradosso del nostro partito. Un partito dentro il quale le idee innovative e davvero democratiche sono obbligate a "resistere" anzichè affermarsi, un partito nel quale i giovani elettori e militanti si sentono alle strette, schiacciati da movimenti, e ruoli, e sensibilità, ed aree che producono fiumi di parole, e neppure un'idea.
Io, ieri sera, ascoltavo Pippo e vedevo il PD, lo vedevo, finalmente, quel partito in cui continuo a credere, nonostante tutto, il partito a cui mi sono iscritta con la speranza di cambiare qualcosa in questa società sempre più malata.
E'stato come vedere una scintilla in mezzo al buio.. piccola, e così effimera, eppure così brillante.
E mi piace pensarla proprio così..
Se una scintilla cade e si spegne in fretta, nessuno ricorderà la sua luce.
Ma se quella scintilla insiste e continua a brillare, può accendere grandi fuochi.
Per questo io credo che si debba resistere, e non smettere di sperare in un PD migliore, in un'Italia migliore: lasciando tutto, isolandosi, non si può risolvere niente. Chi crede in un progetto non lo abbandona neppure nei momenti più bui, ma lavora per migliorarlo, anche se è da solo e ha tutti contro di lui.
E' questa mentalità del "non mi piace com'è ora, quindi lascio" la nostra rovina, dobbiamo invertire la rotta e assumere l'atteggiamento del "non mi piace com'è ora, quindi LAVORO PER CAMBIARE LE COSE".. solo così arriveremo da qualche parte!
Io credo fermamente nell'idea di Partito Democratico, e, per usare una metafora calcistica che inq uesto periodo ci sta, penso che sia giunto il momento di alzarsi dalla panchina, anche se il mister magari è contrario, prendere il pallone e iniziare a giocare. Perchè è in campo che dobbiamo dimostrare il nostro valore, non da una tribuna lamentandoci di quelli che giocano male.
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