lunedì 8 novembre 2010

AL PASSATO GRAZIE, AL FUTURO SI'


Venerdì mattina sono partita per Firenze con molte speranze e con qualche timore: un evento simile,anche mosso dai migliori intenti, corre sempre il rischio di trasformarsi nell’ennesima occasione di polemica e di divisione (ricordiamoci che siamo il PD, dopotutto!).


Tutti i miei dubbi, però, si sono dissolti appena ho varcato la soglia della stazione Leopolda.
Quello che ho provato in questi tre giorni non si può spiegare bene a parole: l’entusiasmo di tanta gente, accorsa da tutta Italia, è una cosa contagiosa e bellissima. Persone che si ritrovano per parlare di politica, e lo fanno con la passione di chi ci crede, nel futuro, e non si è rassegnato alle miserie umane del nostro Paese.

Una Politica con la P maiuscola, finalmente; quella Politica per cui, tre anni fa, ho deciso di buttarmi in quest’avventura . Quella Politica che, a poco a poco, appariva sempre più distante da me.

Una Politica che ascolta, prima di parlare: vedere Pippo e Matteo seguire tutti gli interventi con attenzione, uno dopo l’altro, senza un attimo di pausa, ci ha fatto sentire di nuovo importanti all’interno di questo PD, che è anche il nostro PD.


Una Politica che propone, piuttosto che criticare, perché le polemiche le abbiamo lasciate ad altri, questa volta, e ci siamo concentrati solo su ciò che vogliamo, sui nostri sogni per il nostro Paese.


Una Politica che è fatta da tutti, che è di tutti, dal parlamentare al diciassettenne emozionato, dalla giovane mamma al sindaco di una grande città. Ognuno diverso, ognuno di uguale importanza.


Una Politica che sa, finalmente, comunicare alle nuove generazioni, che non si rinchiude nel freddo politichese, che ha capito che le grandi cose si possono fare anche con la leggerezza di un sorriso.


Una Politica che ha il coraggio di aprire la sua vela al vento delle emozioni, perché avere i brividi ascoltando un discorso è possibile, e io l’ho provato per la prima volta sulla mia pelle, ieri. E’stato bellissimo.


Una Politica che non si limita ad essere una soluzione ai problemi, ma che è anche capace di far sognare, di muovere passioni, quelle stesse passioni che, alla Leopolda, si leggevano negli occhi dei tanti, tantissimi partecipanti.


Di questi tre giorni mi rimarranno i volti e le parole, tante, appassionate.

Parole lette, gridate, tremanti, emozionate; parole di speranza e di futuro, parole che ci hanno detto che sì, un’altra strada è possibile, e non è poi così lontana.

Parole di nuova politica.


Al ritorno da Firenze la mia valigia era un po’ più pesante di quando sono partita..dentro, insieme a tutto il resto, c’era una nuova speranza: tutto questo, adesso, SI PUO’ FARE!

domenica 31 ottobre 2010

il destino è appeso ad una gru


Da più di ventiquattr’ore, a pochi passi da casa mia, alcuni uomini camminano sospesi su di una gru, rischiando la vita a causa del vento forte e del freddo, sempre più pungente. Si sono arrampicati ieri pomeriggio, e non sembrano intenzionati a scendere.
Il primo commento che viene da fare, nel vedere quelle piccole sagome muoversi a trenta metri d’altezza, è: “sono dei pazzi”.
Eppure, se si rimandano per un attimo i giudizi, si può arrivare a chiedersi perché delle persone arrivino a fare un gesto tanto insensato.

Chi sono quegli uomini in cima alla gru?
Da lontano non hanno volto, non hanno nome, e, forse, proprio qui sta il problema: per il nostro stato quelle persone un nome ed un volto non ce l’hanno. Sono soltanto “irregolari”. Ci si dimentica, troppo spesso, che dietro a questo termine si nascondono vite, storie di uomini e di donne che hanno come unica colpa quella di essere fuggiti dall’orrore delle loro terre.

Criminali? Alcuni, forse. Ma per ogni clandestino che delinque, altre centinaia nel nostro Paese vengono sfruttati e vivono come fantasmi, privi di identità e di diritti, costretti a vivere come animali braccati.

I permessi di soggiorno richiesti e rilasciati dopo mesi, anni. Anni durante i quali il solo fatto di uscire di casa potrebbe significare essere rispediti al proprio Paese, senza possibilità di ritorno. Anni di burocrazia e di attesa, che potrebbero concludersi con un “niente di fatto”, con un “siamo spiacenti”, esattamente come un provino per un reality show.. peccato che in gioco, in questo caso, ci siano vite umane.

Quegli uomini arrampicati ci ricordano che questo è un momento cruciale, da cui potrebbe dipendere il futuro dell’Italia intera. Sono i fantasmi che per troppo tempo abbiamo cercato di scacciare dalla nostra vista, fingendo che non esistessero.
Sta a noi, adesso, prendere in mano questa situazione prima che sia troppo tardi e, con scelte coraggiose e lungimiranti, cercare di invertire la rotta.

L’immigrazione nel nostro Paese è stata trattata fino ad ora come un problema temporaneo, una realtà che, con un’adeguata politica dei respingimenti e del “pugno di ferro”, si potrà risolvere definitivamente.
Questa visione, oltre che irrealistica, è deleteria per il futuro del nostro Paese, che è invece fortemente legato alla presenza di stranieri sul suo territorio.
E’ arrivato il momento di parlare dell’immigrazione per quello che è: un cambiamento radicale e definitivo nel tessuto sociale ed economico italiano, un fenomeno che, se ben gestito, porterà grande progresso economico ed umano, ma che se continuerà ad essere vissuto come un’emergenza potrebbe rivelarsi molto pericoloso per la stabilità politica e sociale del nostro Paese.

La nostra è una delle città italiane più interessate da questo fenomeno, ma nel suo tessuto sociale gli immigrati sono ancora considerati ospiti, molto spesso sgraditi, anziché cittadini come tutti gli altri.
I bresciani del futuro avranno molti colori e conosceranno diverse lingue, ma sta a noi, adesso, decidere come intraprendere il percorso dell’integrazione. E’ un momento importantissimo per il futuro non solo della nostra città, ma dell’Italia intera, perché dalle scelte politiche e sociali che faremo dipenderà l’avvento di uno Stato più moderno e democratico, oppure l’innesco di pericolose dinamiche sociali difficilmente gestibili.

Per questo limitarsi a considerare l’immigrazione un “problema da risolvere” o, peggio, alimentare le paure dei cittadini per guadagnare consensi, è una scelta politica miope ed assolutamente pericolosa per il nostro futuro.
Non è questione di scegliere tra immigrazione o non immigrazione. Gli immigrati ci sono e ci saranno, mi dispiace distruggere le utopie "padane", e noi dobbiamo solo decidere se agire in modo lungimirante semplificando la burocrazia, facilitando l’inserimento degli stranieri nel tessuto sociale ed economico, oppure innalzare i nostri muri creando conflitti incontrollabili.

L’Italia è giunta ad un bivio, e sta a noi condurla sulla strada del progresso anziché su quella che porta ad un precipizio senza fondo.

Guardando quelle piccole sagome che si muovono, lassù, è a questo che dobbiamo pensare.

giovedì 15 luglio 2010

"ero straniero, e mi avete accolto"


Ho finito di leggere proprio ieri il libro di Enzo Bianchi "Per un'etica condivisa", un piccolo volume che dovrebbe, per me, entrare nelle letture obbligatorie di chiunque si affacci alla vita politica, cattolico o meno.
Bianchi è una di quelle persone che mi fanno sentire finalmente orgogliosa di essere cristiana, sentimento che spesso si perde in mezzo a tanto fango presente anche nella chiesa.
Riporto qui un passaggio che mi è piaciuto particolarmente, e che consiglierei a tutti i nostri cari amici dal fazzoletto verde e politicanti di bassa lega (che gioco di parole , tra l'altro!), che identificano l'essere cristiani con una questione puramente esteriore e, come al solito, come un "simbolo distintivo" da tutelare per ciò che rappresenta e non per ciò che è veramente.

“il permanere di questo patrimonio di idee e di ideali che hanno saputo tradursi in azioni concrete e quotidiane, la solidità di queste “radici” che hanno alimentato piante rigogliose capaci di dare frutti mi paiono stridere tragicamente con sentimenti, ragionamenti, disposizioni amministrative o legislative che presentano un quadro palesemente in contrasto con un’identità cristiana proclamata verbalmente. Si assiste giorno dopo giorno ad una progressiva criminalizzazione del diverso, dello straniero, del povero e del debole:impronte digitali prese a bambini di un’etnia minoritaria, classi speciali che ostacolano quell’integrazione che dicono di voler promuovere, schedatura di chi vive senza fissa dimora, allontanamento dei mendicanti dai luoghi dove la loro vista turberebbe chi non li degna nemmeno di uno sguardo, ronde private non necessariamente disarmate, introduzione del reato di “presenza” in Italia, messa in discussione della gratuità e universalità delle cure di pronto soccorso… […]
E l’odio, questo nefasto sentimento che sta accovacciato nel cuore dell’uomo e che un tempo assumeva connotazioni di classe focalizzandosi contro i ricchi, i potenti, gli oppressori, ora è rivolto verso quelli che sono semplicemente “altri” e che non si vogliono più vedere accanto a noi. […]
Quali valori troviamo oggi nel vissuto concreto e nella progettualità politica che possano essere ascritti alle “radici cristiane” di cui a ragione riteniamo di poterci gloriare? […]
E’ miope la visione di chi crede di risolvere i problemi dandogli il nome di reato, è falsante l’opzione che trasforma il diverso in criminale, è distorta e controproducente l’identificazione dell’immigrato con l’invasore, del povero con il disturbatore della quiete, dell’emarginato con il sovversivo.
No, abbiamo bisogno di un soprassalto di dignità umana prima ancora che cristiana, abbiamo urgente necessità di ritrovare in noi e attorno a noi il rispetto per la dignità di ogni essere umano, abbiamo un’esigenza vitale di riscoprire come il bisognoso è uno stimolo e non un intralcio a una società più giusta. Se continuiamo a confondere la sicurezza con l’esclusione di ogni diversità, se continuiamo a nutrire le nostre paure invece che affrontarle, se crediamo di poter uscire dalle difficoltà non assieme ma contro gli altri, in particolare i più deboli, ci prepariamo per un futuro di cupa barbarie, ci incamminiamo in un vicolo cieco in cui l’uomo sarà sempre più lupo all’uomo.”


Questi pensieri non sono rivoluzionari nè eversivi, e dovrebbero essere sulla bocca non di uno, ma di tutti i cristiani che si professano tali (per non dire di ogni Uomo che si professa tale..)

Sono stufa di sentirmi dire che un cristiano può essere leghista, perchè la Lega difende la religione.

NON E' VERO!

Quello che la lega difende è il lato più "basso" e superstizioso della religione, quello fatto da simboli e idolatrie che, tra l'altro, fino a poco fa i nostri carissimi amici amavano sostituire con riti pagani quali il "battesimo nel Po" (ottimo modo per salvaguardare la religione..)

Se c'è una cosa che mi piace del Vangelo è che non ha doppie possibilità di interpretazione, non concede sfumature o liberi vagheggi. Quello che viene dato ai cristiani è un messaggio radicale, difficilissimo da seguire ma impossibile da fraintendere.
Parole come "porgi l'altra guancia", "AMA il tuo nemico", "accogli lo straniero" non si prestano a doppie interpretazioni, sono imperativi che non lasciano margine di errore.

Per questo mi fa così arrabbiare vedere i leghisti farsi paladini della religione: pechè sono come quei mercanti nel tempio che Gesù cacciò a calci e urla, perchè vendono un "cristianesimo di facciata" fatto di simboli vuoti, che non solo non segue, ma va assolutamente contro al messaggio di amore totale del Vangelo.
Una religione basata sull'ignoranza e sull'idolatria, esattamente come quell'Islam fondamentalista e distorto contro cui si scagliano ogni giorno.


Un cristiano vero non dovrebbe preoccuparsi di vedere un crocifisso in ogni stanza in cui entra, ma piuttosto cercare Gesù in ogni persona che gli si presenta davanti, soprattutto in chi è diverso da lui.

E questo la Lega non lo fa. E' così difficile arrivare a questa conclusione?

Per molti "cristiani" pare di sì, purtroppo.

mercoledì 7 luglio 2010

IL GERME PIU' PERICOLOSO E' QUELLO DEL RAZZISMO


Da pochi giorni è stato presentato alla cittadinanza bresciana “Ufo”, un guanto monouso (di inaudita bruttezza, tra le altre cose) da indossare sull’autobus per proteggersi da eventuali germi.
Un entusiasta assessore Orto ha illustrato l’idea come un’innovazione assoluta, che permette di rimanere “incontaminati” e che “oltre a essere un veicolo pubblicitario, sarà la potenziale piattaforma informativa delle 14 amministrazioni locali toccate dai bus per comunicare i loro messaggi istituzionali”
L’elemento che attira l’attenzione in tutta questa euforia è però un altro: il guanto sarà sperimentato sulla linea 3, quella che collega Rezzato alla Mandolossa passando per via Milano, ovvero una delle più utilizzate da cittadini immigrati ed extracomunitari.

Scelta casuale?

Si scorge in questa iniziativa un nuovo, piccolo passo verso quel clima di razzismo strisciante che nella nostra città sta sempre più prendendo piede.
Il guanto non è solo completamente inutile alla profilassi,essendo ben noto che le malattie contagiose si trasmettono molto più per via aerea che non per contatto, ma è anche un fastidioso simbolo di quella barriera sempre meno invisibile che si vuole mettere tra “noi”, i giusti e puliti, e “loro”, i diversi e sporchi.
Quel sottile strato di lattice rappresenta molto più di un semplice mezzo di protezione, è l’incarnazione di una corrente di pensiero che ci vorrebbe sempre più isolati e “sterilizzati”, come dei polli in batteria, un’ideologia che vede nel muro, nella barriera l’unico modo per rapportarsi con il diverso, visto esclusivamente in termini negativi.

Mi viene da fare però anche un’altra riflessione, un po’ più ampia, sul concetto di “sterilità”, che può in qualche modo essere ricondotto a quella parola, sicurezza, ormai vomitata da ogni televisione e da tutte le pagine dei giornali.

Da sempre ci è stato detto di lavarci le mani prima di metterci a tavola. Le mani, infatti, sono il nostro principale mezzo di contatto con il mondo: ci permettono di toccare, di ricevere stimoli, di accarezzare.. le mani sono le nostre antenne, e proprio per questo non sono mai sterili, mai asettiche.
Indossare un guanto per paura di “ammalarsi” è come osservare un panorama attraverso delle lenti opache. Si perde il gusto delle cose.
Mi fa tristezza pensare ad una società futura fatta di piccoli automi tristi, chiusi nella LORO macchina, isolati nella LORO musica, protetti da strati di cellophane sterilizzato.. è questa la direzione che stiamo prendendo.
Io non ci sto a diventare un perfetto manichino solo e pulito.
Voglio poter toccare la terra, e gli alberi, e l’acqua, voglio stringere mani senza guanti, voglio sfiorare volti, voglio abbracciare senza barriere..

Io voglio sporcarmi le mani con il mondo!

E sì, lo prometto, prima di mangiare me le laverò sempre.

martedì 15 giugno 2010

working on a dream


Bellissima serata, ieri, con Pippo Civati alla festa Democratica (escludendo la prestazione della nostra Nazionale al suo esordio mondiale, ovviamente).

E' stato quasi incredibile ascoltare un esponente del mio partito e trovarmi completamente d'accordo con lui (e questa situazione paradossale la dice lunga sulle condizioni della rappresentanza nel PD!).. credo sia stata una sensazione provata anche da molti altri presenti ieri sera.


Parlando con degli amici dopo l'incontro una domanda ha fatto capolino: " ma come può uno come lui resistere dentro al PD?"

Eccolo, il paradosso del nostro partito. Un partito dentro il quale le idee innovative e davvero democratiche sono obbligate a "resistere" anzichè affermarsi, un partito nel quale i giovani elettori e militanti si sentono alle strette, schiacciati da movimenti, e ruoli, e sensibilità, ed aree che producono fiumi di parole, e neppure un'idea.


Io, ieri sera, ascoltavo Pippo e vedevo il PD, lo vedevo, finalmente, quel partito in cui continuo a credere, nonostante tutto, il partito a cui mi sono iscritta con la speranza di cambiare qualcosa in questa società sempre più malata.

E'stato come vedere una scintilla in mezzo al buio.. piccola, e così effimera, eppure così brillante.

E mi piace pensarla proprio così..


Se una scintilla cade e si spegne in fretta, nessuno ricorderà la sua luce.

Ma se quella scintilla insiste e continua a brillare, può accendere grandi fuochi.

Per questo io credo che si debba resistere, e non smettere di sperare in un PD migliore, in un'Italia migliore: lasciando tutto, isolandosi, non si può risolvere niente. Chi crede in un progetto non lo abbandona neppure nei momenti più bui, ma lavora per migliorarlo, anche se è da solo e ha tutti contro di lui.

E' questa mentalità del "non mi piace com'è ora, quindi lascio" la nostra rovina, dobbiamo invertire la rotta e assumere l'atteggiamento del "non mi piace com'è ora, quindi LAVORO PER CAMBIARE LE COSE".. solo così arriveremo da qualche parte!


Io credo fermamente nell'idea di Partito Democratico, e, per usare una metafora calcistica che inq uesto periodo ci sta, penso che sia giunto il momento di alzarsi dalla panchina, anche se il mister magari è contrario, prendere il pallone e iniziare a giocare. Perchè è in campo che dobbiamo dimostrare il nostro valore, non da una tribuna lamentandoci di quelli che giocano male.



venerdì 4 giugno 2010

Mail ricevuta dalla Diocesi di Brescia..

Ho ricevuto questa mail dalla Pastorale Sociale della diocesi di Brescia.. direi che la presa di posizione è forte, ma, come sempre, i media ed i quotidiani "dimenticano" di dare alcune notizie.. vi prego, quindi, di leggere e far leggere!!!!!!



Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet;la prossima settimana Il testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60.Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della"Casta".In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i /providers/ dovranno bloccare il blog.Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta !In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una /media company/ ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.Il nome di questa /media company/, guarda caso, è Mediaset.Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di /normalizzare/ con leggi di repressione internet e tutto il istema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni spesa!Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e alla Birmania.Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.Fate girare questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani

perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica , il concetto di democrazia diventa un problema dialettico.



Allego, per conoscenza, l'articolo 50/bis citato nella lettera:

50.0.100 (testo 3)
D'ALIA
Approvato
Dopo l'articolo 50, inserire il seguente:
«Art. 50-bis.
(Repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecitecompiuta a mezzo internet)
1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
2. Il Ministro dell'interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all'adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all'autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.
3. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell'interno e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, individua e definisce, ai fini dell'attuazione del presente articolo, i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche.
4. I fornitori dei servizi di connettività alla rete internet, per l'effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l'attività di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministero dello sviluppo economico.
5. Al quarto comma dell'articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: "col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda".».

lunedì 17 maggio 2010

Progetto Carmine..... al contrario?

Camminando come ogni giorno verso la fermata dell'autobus, stamattina mi sono imbattuta, a pochi passi da casa mia, in uno spettacolo degno di un paese del terzo mondo. In via Battaglie, vicino alle scuole Calini, un intero tratto di strada era completamente ricoperto di cartacce, fogli di giornale, pagine di riviste e pubblicità, il tutto proveniente da un traboccante cassonetto per la carta, probabilmente non svuotato da tempo (a meno che, nel weekend, i residenti non si siano dati alla lettura matta e disperatissima di tutti i quotidiani esistenti, ovviamente).
Il problema non è tanto il fatto in sè, che potrebbe essere etichettato come semplice dimenticanza, ma l'atmosfera di abbandono che da più due anni si respira al Carmine.
Tante piccole cose che, sommate, danno davvero fastidio a chi abita e a chi passa per queste strade.
I marciapiedi sono sempre più sporchi, le automobili vengono parcheggiate in ogni spazio libero (e quasi mai multate), i parcheggi per i residenti sono occupati per la maggior parte da mezzi senza uno straccio di permesso.. credo che chiunque si trovi a vivere in questa zona non abbia potuto fare a meno di notare, negli ultimi mesi, un degrado sempre maggiore, in contrasto con i risultati che il "Progetto Carmine" stava riuscendo, con fatica, ad ottenere.
Viene il dubbio che questa situazione non si sia creata casualmente.
Mi spiego meglio:
il Carmine non è certo un quartiere facile, e mai lo è stato nella sua lunga e bellissima storia. La grande presenza di immigrati, l'integrazione e le nuove povertà sono tutti elementi che contribuiscono non poco a destabilizzare una zona urbana come la nostra. Se questioni simili non vengono affrontate con serietà e, soprattutto, con un progetto di sviluppo ben chiaro, si rischia di finire come le tristemente famose Banlieue parigine.
Il sospetto che a volte mi sorge è che tutta questa situazione si stia creando "ad hoc", per alimentare quel clima di tensione e razzismo che prende sempre più piede nella nostra città, per giustificare i provvedimenti adottati dal nostro Comune contro gli immigrati, anche regolari, e le persone che vivono ai margini della società.
Vivere in un clima sempre più esasperato e meno controllato come quello del Carmine non invita sicuramente i cittadini alla convivenza pacifica, e potrebbe trasformarsi in una pericolosa miccia, situazione questa che la nostra città deve assolutamente rifuggire se non vuole entrare in un baratro senza fondo.
Temo che la situazione del nostro quartiere possa essere utilizzata come "giustificazione" del razzismo imperante ed essere, proprio per questo, mantenuta critica per provocare reazioni nei cittadini, che possono in questo modo essere "addomesticati" con sproloqui sulla sicurezza della nostra città e la pericolosità di chi è "diverso".
Il Carmine non è diventato più sicuro grazie a questa Giunta, anzi. Si sono fatti enormi passi indietro sia nell'ambito della sicurezza (lo spaccio è prepotentemente tornato nelle nostre vie, basta aggirarsi per via San Faustino dopo le 20:00), che nella convivenza pacifica e nell'integrazione tra bresciani ed immigrati, resa sempre più difficile dalla totale assenza di controlli e regole.

Se questa è l'idea di "città salotto" del nostro Sindaco e del (sicuramente più presente) vicesindaco, è lecito chiedersi in che genere di salotti questi signori abbiano vissuto fino ad ora!

venerdì 14 maggio 2010

In omaggio, un crocifisso

"[1]Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.
[2]Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. [3]Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, [4]perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
[5]Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. [6]Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. "
(Mt 6, 1-6)

Negli ultimi mesi mi è capitato spesso di pensare a questo passaggio del vangelo di Matteo.
Come cattolica sono molto infastidita dall'uso che, ogni giorno, viene fatto della religione, soprattutto nell'ambito politico e nei cosiddetti ambienti "di potere".
Una religione sempre più di facciata, utilizzata per mettersi in mostra come perfetti cristiani e portare avanti crociate in nome di un dio che, non credo ci sia bisogno di dirlo, è tutt'altro rispetto al Dio in cui io credo.
Cattolici ferventi pullulano ormai nelle nostre televisioni e sui giornali, difendendo ciecamente valori che non conoscono, sparando sentenze vuote senza lasciare possibilità di replica.
La religione si è trasformata, per molti, in una medaglia da esibire, in una stelletta fredda e luccicante che permette l'accesso alle stanze più alte dei palazzi.
Crocifissi dati in omaggio come pubblicità elettorale simili a fregi da indossare, a simboli distintivi che identifichino e diano potere sul "diverso", su chiunque non la pensi allo stesso modo.

Considero una bestemmia utilizzare come simbolo di superiorità la croce, quella stessa Croce sulla quale Gesù è morto proprio per aver considerato uguali tutti gli uomini della Terra.

Mi fa ribrezzo vedere persone viscide cospargersi di falsa cristianità, di falsi valori, riempirsi la bocca di parole vuote ed ipocrite, utilizzare la fede come un ventaglio con cui mettersi in mostra davanti agli altri... mi fa schifo questa religione di plastica.

Che dire, poi, di realtà legate al mondo cattolico che a nulla pensano se non ad accumulare potere, che sfruttano il dolore e la povertà altrui per fare bella mostra di sè, utilizzando la loro cristianità come un lasciapassare per allungare i loro bramosi tentacoli come una piccola (neppure troppo) "mafia della croce"?
E' inutile pregare in strada ad alta voce, se poi nel silenzio si fanno solo i propri interessi.. considero la bramosia di potere il totale aborto del messaggio di Cristo.

Non mi considero una cristiana perfetta, nè credo lo sarò mai, ma non riesco a sopportare che questi "credenti superiori" assurgano al ruolo di vessillo del cattolicesimo.
Li considero ugali a quegli ipocriti ritti nelle sinagoghe che utilizzano la preghiera per fare bella mostra di sè, che fanno elemosina solo per mettersi in luce, per guadagnare consensi e potere tra la gente.

Perchè i cattolici devono vedersi rappresentati, loro malgrado, da persone simili? Perchè si continua ad accettare questo svilimento della religione, questo stupro di ciò in cui si crede?

Alle persone che fanno della fede una via per arrivare al potere mi piacerebbe dire in faccia una sola frase, per sapere cosa avrebbero da rispondermi:

"Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti"

Non è forse questo il vangelo in cui dicono di credere?

..misteri della fede..

lunedì 10 maggio 2010

Primo intervento

Ed eccomi qua, ad inaugurare un nuovo blog..
Non prometto di aggiornarlo con regolarità, mi conosco fin troppo bene!
Spero comunque, attraverso questa pagina, di condividere con voi pensieri e riflessioni su quello che accade intorno a me.
Mi piacerebbe anche che questo potesse diventare un luogo di discussione "virtuale", in cui ognuno possa portare il suo contributo, esprimere un parere, lanciare un'idea nuova..

Perchè ho deciso di aprire questo blog?

Sabato sono stata eletta segretaria cittadina dei Giovani Democratici di Brescia.. un compito certamente non facile, ma che, con l'aiuto delle splendide persone che fanno parte di questo gruppo, intendo svolgere con il massimo impegno possibile, per far sentire la voce dei GD forte e chiara nella nostra città.
Credo che Internet sia ormai diventato uno strumento fondamentale del fare politica, un modo per raggiungere moltissime persone in un attimo, per creare un "circolo di idee" che altrimenti sarebbe impossibile.
Lo scopo di questa pagina sarà quindi quello di tenervi aggiornati sulle attività dei Giovani Democratici e, soprattutto, sulla vita della nostra città, sempre più spesso protagonista di fatti che ne infangano la lunga e democratica storia politica.
A voi, invece, lascio il compito di portarci idee nuove, di lanciare provocazioni per le prossime iniziative, di sollevare problemi che ancora non abbiamo trattato..

Se vogliamo che i Giovani Democratici crescano sempre di più, dobbiamo lavorare insieme con tutte le forze!!!!!

Spero che questo blog possa esservi utile!!!!